Il Settore delle Scienze Umane e Sociali dell’UNESCO ha lanciato una serie di consultazioni regionali fra esperti sull’importanza delle “competenze interculturali per la consolidazione della pace” in contesti fragili afflitti dalla guerra o nei post conflitti.
Il primo dei sei webinar, focalizzato sull’Europa, si è svolto il 20 giugno scorso ed ha rappresentato l’occasione per evidenziare l’importanza dell’insegnamento della Cittadinanza globale quale strumento di consolidamento della pace e prevenzione delle guerre. I dati e le rilevazioni confermano che il dialogo interculturale, l’inclusività e la valorizzazione della diversità contribuiscono in maniera sostanziale alla prevenzione e mitigazione dei conflitti armati. Secondo il Report dell’UNESCO “We need to talk: measuring intercultural dialogue for peace and inclusion” l’89% degli attuali conflitti avviene in nazioni con un basso dialogo interculturale, coinvolgendo circa un miliardo e mezzo di persone. La ricerca, effettuata su 160 nazioni in diverse regioni del mondo, ha rilevato anche come le donne abbiano meno probabilità di essere parte o coinvolte nei conflitti e hanno quindi “migliori possibilità nei processi di pace post-conflitto”. Inoltre la presenza delle donne nei processi di pace aumenta la probabilità di un accordo dal 20 al 35%. Nonostante cio’, tra il 1992 e il 2019, 7 su 10 processi di pace post conflitto non hanno incluso nessuna donna mediatrice o firmataria dell’accordo.
Con questa iniziativa, che rientra nel programma quadro “the Road to peace: dialogue and action for tolerance an intercultural understanding", l’UNESCO intende promuovere le competenze interculturali come strumento chiave per i processi di pace nelle aree a rischio conflitto e in contesti post conflitto.
13 luglio 2023